In Italia si verificano ogni anno 200.000 ictus, di cui 10.000 su soggetti di età inferiore a 54 anni. Il dato, indicato nel progetto Ipsys (Italian project on stroke in young adults) dell’Università degli Studi di Brescia, dipartimento di neurologia, conferma che la lotta all’ictus deve essere incessante, perché questa patologia, che aumenta progressivamente con l’età e colpisce in misura crescente le donne (43% dei casi) è una delle più invalidanti e costose, sia per il Servizio Sanitario Nazionale sia per le famiglie. Si stima, infatti, che la spesa per ogni paziente colpito da ictus si aggiri su €11.747 per i costi sanitari e €19.953 per i costi sociali (compresa la perdita di produttività).
Fra le priorità per affrontarla efficacemente, il potenziamento delle Stroke Units, strutture di “pronto intervento” di cui tutti gli ospedali dovrebbero essere dotati e tuttora in numero inadeguato rispetto alle esigenze (141 Stroke Units in Italia, di cui 95 al Nord, 31 al Centro e 15 al Sud), la ricerca di nuovi farmaci e, in misura crescente, il ricorso a soluzioni interventistiche mininvasive, come la chiusura percutanea dell’auricola sinistra (piccola ansa del cuore) tramite dispositivi medici.
I primi interventi in Italia con il dispositivo di ultima generazione appena introdotto nel nostro Paese sono stati eseguiti presso l’Ospedale San Raffaele di Milano su pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare e controindicati alla terapia con farmaci anticoagulanti orali. Il dispositivo WATCHMAN FLX™, messo a punto da Boston Scientific, è risultato di grande efficacia nella riduzione del rischio di ictus causato dall'embolizzazione dei coaguli che si formano nell’auricola sinistra. Il nuovo dispositivo si adatta ad auricole di varie dimensioni ed anatomie, dalle più semplici a quelle molto complesse, e favorisce la guarigione dei tessuti; può essere ricatturato e riposizionato più volte nel corso dell’impianto per garantire un risultato ottimale; ha una struttura leggera e autoespandibile in nichel e titanio, con 12 micro-uncini di ancoraggio disposti su due livelli, così da assicurare la massima stabilità del dispositivo all’interno dell’auricola.
“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto con l’impiego di questo nuovo dispositivo”, commentano il Dottor Patrizio Mazzone, responsabile delle sale di elettrofisiologia ed il Professor Paolo Della Bella, Primario dell’Unità Operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia Cardiaca, Ospedale S.Raffaele di Milano. “L’intervento è stato eseguito su due pazienti affetti da gravi patologie cardiache, controindicati all’assunzione di farmaci anticoagulanti e possiamo confermare che, a nostro avviso, si tratta di una soluzione terapeutica molto avanzata, che può ridurre efficacemente il rischio di ictus e migliorare la qualità di vita di molte persone. Gli interventi sono durati circa un’ora e i pazienti sono stati dimessi dopo 24 ore, in assenza di complicanze.”
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